Tu centrocampista, io attaccante

Allora… Da dove cominciare?…

Ho paura di essere rimasta incinta.

Immagine

Per SFIGA NERA E TOTALE, non certo per disattenzione. La cosa mi ha mandato ai pazzi per una decina di giorni, fino a quando sono scoppiata al compleanno di mia madre ed ho deciso di dirglielo. Risultato? Venerdì vado a fare le analisi del sangue.

Non so quanti giorni ho passato a piangere e disseminare fazzolettini o salviette struccanti in giro sia per casa mia che per casa dell’Husky, il quale, terrorizzato, non sapeva che cosa dirmi oltre alle frasi di circostanza tipo: -Tranquilla che io ci sono, qualsiasi cosa tu voglia fare-. Mh. Sì. Peccato che io non ho la più pallida idea di che cosa fare e non solo a questo proposito ma della mia vita in generale. Ho accontentato a sbalzi o lui o mia madre ed alla fine sono scoppiata in un pianto ancora più disperato tra pensieri molto confusi tra cui: “Oddio sono incinta? Non voglio essere incinta! Ma l’università? Devo farla? E se non voglio farla che succede, mi obbligano? CHI mi obbliga? E se pure non la faccio, che cosa faccio? E poi che lavoro posso fare io che sono brava solo a truccarmi perchè sono fanatica anche se faccio finta di no? Certo non la truccatrice perchè io sono più intelligente di così! E poi mi servono più soldi perchè io ho bisogno di fare il mio shopping terapeutico, che ultimamente non sto più facendo (e infatti si vede). Che palle, mi è pure venuto il raffreddore!”

Ecco, qualcosa del genere. Quindi, questo pomeriggio che ho fatto? Ho chiesto una pausa all’Husky, sono tornata a casa mia dove c’era mia madre che mi ha detto una serie di cose che mi hanno piuttosto infastidita ribadendo però che lei mi sostiene e che vuole che sto tranquilla, tanto che ora per esempio è venuta a portarmi una tisana ai frutti rossi con dentro il miele… Tanto per dire. Si vede che sono sua figlia perchè lei è addirittura più incoerente di me e anche se ritiene che mai nessun ragazzo sarà alla mia altezza e dice (e fa pure) una marea di cose che mi fanno venire voglia di picchiarla con una mazza da baseball non è una cattiva madre. Siamo andate al cinema poi sono tornata, ho palrato con l’Husky e giù un mare di lacrime… La nostra storia è difficile da dire in due parole perchè lui è piuttosto… strano come tipo, come me, piuttosto… rompipalle diciamo e se non gli va bene qualcosa che Dio ce ne scampi però mi è sempre stato vicino quando avevo bisogno d’aiuto, SEMPRE. Non se n’è mai andato nei momenti di crisi e infatti neppure stavolta l’ha fatto. Io ero in crisi insomma, piangevo, mi soffiavo il naso, spargevo salviette struccanti ovunque finche il PiccoloHuskyDelMinnesota mi ha bloccato, intimandomi a chiare lettere di volermi sentire felice qualsiasi cosa significasse. Ma io, da brava complessata, ho insistito, dicendo che avevo paura di lui, di qualche sua reazione. Così lui, a costo di sembrare smielato, mi ha detto: -Hai presente il calcio? (In realtà non molto, anzi, per niente ma ho evitato di rispondere tanto il concetto l’ho capito dopo. ndr) Le varie squadre? Io e te siamo una squadra, tu sei il centrocampista: capisci quello che ti fa qualsiasi cosa sia, me lo dici, quindi mi passi la palla e io la metto in porta, cioè faccio quello che mi chiedi per renderti felice-.

Ecco, questo mi ha colpito. Perchè, sinceramente, di solito i ragazzi stavano con me per l’aspetto e una volta capito il carattere scappavano o, più semplicemente, se ne fregavano. Qui non si parla di romanticherie, si parla di una dedizione che io difficilmente ho visto nelle coppie sposate, figuriamoci in un poco più che adolescente. Come avevo sempre sostenuto, a quanto pare non è l’età che conta, ma le  esperienze che vivi e come le affronti. Adesso il mio programma è “disintossicarmi” dall’accontentare gli altri e ritrovare fiducia in me per decidere cosa fare. Facile a dirsi dopo tutta questa valanga di problemi, vero?

Terrò aggiornata la pagina, per vedere gli sviluppi.

Bonne nuit,

Cassie